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Cosa si intende per Trauma psicologico?

 

Sono state date molte definizioni di Trauma Psicologico nel corso della storia. Rifacendosi all’etimologia della parola, che deriva dal greco, trauma può essere definito come una “ferita dell’anima”, ferita che risiede nella nostra memoria psichica e sensoriale.

“Il trauma è il risultato mentale di un evento o una serie di eventi improvvisi ed esterni alla persona in grado di rendere l’individuo temporaneamente inerme  o di disgregare le sue strategie di difese e di adattamento” (OMS 2002)

Il trauma disorganizza la mente.

Tipologie di traumi

Esistono diversi tipi di traumi che una persona può sperimentare nel corso della sua vita:

Può essere anche altamente traumatico anche il solo avere assistito ad uno degli  eventi sopracitati.

In questi casi l’approccio EMDR è in assoluto l’intervento più efficace per il trattamento di questa tipologia di traumi e proprio per questo motivo è stato inserito nelle linee guida di intervento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013.

Sono esperienze che sembrano poco significative ma che possono assumere un peso soprattutto se ripetute nel tempo o subite in momenti di particolare vulnerabilità o nell’infanzia, perché influiscono negativamente sulla concezione di sé, sugli atteggiamenti, le emozioni e le relazioni con gli altri nel corso della vita.

In questi casi, al contrario dei traumi T,  alcune volte, il paziente fa più fatica ad identificare l’origine del malessere, cioè a mettere in relazione le sue problematiche, i suoi “blocchi interni”  con i ricordi negativi della sua vita.

Accade spesso, in queste situazioni, che le persone pensino che l’EMDR non sia adatto a loro perché non hanno ricordi traumatici specifici che li  disturbano. Ma ciò che disturba loro e’ l’impossibilità di stare meglio e di migliorare la propria vita. Spesso vivono delle difficoltà che sembrano loro  incomprensibili  oppure  sanno cosa dovrebbero fare ma la consapevolezza di quale sia il comportamento che genera sofferenza non porta a nessun cambiamento.

L’EMDR si è dimostrato molto efficace anche per questa tipologia di traumi perché, tramite lavoro di scansione della vita del paziente, si possono rintracciare eventi significativi, anche molto lontani nel passato,  che hanno contribuito  e continuano a contribuire  nel presente  a  disfunzionalità e sofferenze  per la vita personale e relazionale.

Studi all’avanguardia, nel campo della neurobiologia, hanno dimostrato che entrambi i traumi, quelli maggiori e quelli minori, si imprimono  in specifiche aree del cervello

Cosa accade nel nostro cervello

Le “ferite dell’anima” possono guarire grazie alla capacità della  mente di utilizzare le proprie risorse. Così come siamo dotati di  un sistema immunitario che è in grado di guarire le ferite fisiche, siamo dotati anche di un naturale sistema di riparazione delle ferite psicologiche derivanti dai ricordi di una o più esperienze difficili o dolorose.

In questo caso i ricordi non vengono cancellati ma rielaborati, tanto da non creare nessun tipo di disturbo o conseguenze negative per la propria vita,  permettendoci, anche di fortificarci per affrontare altre difficoltà.

Quando un trauma rimane irrisolto, invece, diventa parte di un circolo vizioso di pensieri, emozioni e sensazioni corporee disturbanti. Questo circolo vizioso si può innescare frequentemente perché “sensibile” alla realtà quotidiana.

 Un rumore improvviso, una circostanza simile a quella che è stata traumatica (un luogo, l’ora, una data, un odore, un evento atmosferico…,), una macchina simile a quella dell’incidente… possono riattivare le stesse sensazioni ,emozioni ,immagini, considerazioni , vissute al momento del trauma.

Si è visto, infatti,  che i ricordi traumatici sono immagazzinati nel cervello in modo differente dai ricordi non traumatici. I primi si collocano soprattutto nell’emisfero destro, separati dai ricordi positivi come se fossero congelati in uno spazio e tempo diversi dal resto dei nostri vissuti e, in questo “spazio” separato e congelato continuano ad agire.

Quando si riattiva il ricordo bloccato e il loop (circolo vizioso) si innesca, non esistono presente, passato e futuro. Il tempo può retrocedere e la persona continua nel presente a “rivivere” il trauma con tutte le sue emozioni e sensazioni disturbanti che si sono provate in quel momento.

La sofferenza psicologica dei traumi con la t minuscola” può essere di minore impatto ma ugualmente invalidante. Sensazioni di insicurezza, mancanza di autostima, colpevolizzazioni, attacchi di panico, ansie, sono gli strascichi più frequenti.

IL Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)

Subito dopo aver vissuto un evento traumatico il nostro organismo ed il nostro cervello vanno incontro ad una serie di reazioni “stress fisiologiche” che nel 70% – 80% dei casi tendono a risolversi naturalmente. Questo avviene grazie all’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni presenti nel cervello che permette di metabolizzare e “digerire” l’accaduto e la persona può riprendere la sua vita di prima.

Alcune persone, invece, continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di molto tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni angosciose e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. Il tempo che passa non aiuta ad uscirne fuori e quindi il passato continua ad essere presente.

Questa caratteristica di rivivere l’evento traumatico, come se fosse sempre lì, è riscontrabile nello spettro dei disturbi post-traumatici come il PTSD o Disturbo Post Traumatico da Stress.

La definizione di tale disturbo prevede che in seguito ad un evento traumatico importante (riguardante cioè morte o minaccia di morte, gravi lesioni, una minaccia all’integrità fisica propria e degli altri, abuso sessuale), possano presentarsi dei sintomi caratteristici tra cui ad es:

La fase acuta di questa sintomatologia può durare fino a tre mesi. Se i sintomi persistono per più di tre mesi si tratta di un PTSD cronico. Vi può essere anche un esordio ritardato dei sintomi qualora essi si presentino sei mesi dopo l’evento traumatico.

Qualora questi sintomi permangano a distanza di un mese dall’evento è consigliabile richiedere l’aiuto di un professionista.

L’EMDR può essere utilizzato anche dopo qualche giorno dall’evento perché facilita molto il decorso delle reazioni da stress postò traumatico.

Un valido ed appropriato intervento psicologico favorirà l’elaborazione adattiva dell’evento traumatico.

Il metodo EMDR è il metodo evidence based (basato sull’evidenza), per la risoluzione del PTSD , consigliato dalle linee guide internazionali.

Gli studi nel campo dell’EMDR mostrano che attraverso l’utilizzo dell’EMDR le persone riscontrano dei benefici in modo efficace e veloce.

I cambiamenti neurofisiologici dopo le sedute EMDR confermano i risultati che i pazienti riportano soggettivamente e i risultati clinici che i terapeuti osservano da un punto di vista diagnostico.